L’incontro degli studenti del Marconi con Daniela Marcone, Vicepresidente Nazionale di Libera e Salvatore Spinelli, Referente Provinciale lo scorso 20 Gennaio nell’Auditorium del Liceo
Nell’ambito dei Percorsi di legalità in preparazione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di tutte le mafie” del prossimo 21 Marzo, gli studenti delle classi 3D, 3H, 4E e 5E hanno partecipato all’incontro con Daniela Marcone e Salvatore Spinelli che ha avuto al centro le storie delle vittime pugliesi di mafia raccontate nel volume collettivo “Non a caso” a cura della stessa Daniela Marcone.
Raccontare tramite la letteratura le storie dei protagonisti di vicende dolorose che non sempre hanno avuto un esito di verità e giustizie è, come ha detto nella prefazione don Luigi Ciotti “un’operazione bella e rischiosa” in quanto sembra “non aver nulla da aggiungere ad una verità che parla da sé”. Tuttavia l’invenzione letteraria (etimologicamente parlando) è un ritrovare qualcosa che può assumere valore di rivelazione. È così che l’ottica “straniante” di molti racconti - come ha giustamente sottolineato Daniela Marcone - permette di cogliere il significato di un avvenimento, di una storia, di un’esistenza che finisce per assumere un valore simbolico, straordinariamente pregnante di significato e valore.
È così che una storia - quella di Francesco Marcone - diventa la storia di tanti, volti e nomi oggi maggiormente noti agli studenti che, attraverso i racconti contenuti nel volume hanno ripercorso le loro esistenze e riflettuto sul significato della loro vita, prematuramente interrotta non “per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato” ma spesso nel semplice adempimento del proprio lavoro e proprio a causa di quei valori di verità, giustizia e di senso del dovere che l’avevano permeata.
Educare alla libertà significa spesso dover scardinare luoghi comuni, aprire il velo dell’indifferenza nei confronti di ciò che accade intorno, fare memoria di quanto è accaduto per poter interpretare correttamente il presente; un presente che è già intorno a noi, nei volti degli studenti che hanno seguito, silenziosamente, il racconto di eventi che hanno segnato la storia del nostro territorio condizionandone spesso negativamente lo sviluppo sociale, economico, culturale, morale.
Ma dal racconto di Daniela Marcone è emersa tutta la volontà e la determinazione di chi non vuol cedere alla rassegnazione ed al declino della nostra città, della nostra terra e della società civile; una volontà di coltivare la memoria che si associa sempre all’impegno. Quando si parla ai giovani con accenti di verità e di autenticità - come in questo caso - non si può non coglierne i frutti; non solo un auspicio, dunque ma la consapevolezza che il futuro è già fra di noi e che solo continuando a coltivarlo possiamo farlo crescere.
Marina d’Errico