Il rapporto tra narrativa e cinema, l'attuale scenario editoriale in balia delle leggi del mercato e dei social, ma soprattutto come nasce una storia, tra immaginazione e vita. Un'ora di conversazione con Niccolò Ammaniti su questo e altro ancora, per gli studenti della classe 1 C del liceo scientifico “G.Marconi” di Foggia. L'incontro con il celebre scrittore è avvenuto presso il Cineporto di Apulia Film Commission lo scorso 17 gennaio, quando Ammaniti è stato insignito della laurea honoris causa in Filologia, Letterature e Storia dall'Università degli studi di Foggia. Nel pomeriggio incontro pubblico nella struttura di via San Severo, per un dibattito moderato da Fabio Prencipe (critico cinematografico e membro del cda di AFC), in apertura della retrospettiva che Apulia Film Commission ha dedicato ad Ammaniti, inaugurata con il film “Io non ho paura” che Gabriele Salvatores ha tratto da uno dei romanzi più letti dagli studenti italiani.
“La parola diventa immagine” il tema dell'incontro, sulla capacità del cinema di dare corpo alla parola; ma in realtà la parola di un libro – dice Ammaniti – non è mai capace di dire quello che lo scrittore ha davvero immaginato nella sua mente. E quanto è ancora più avvincente la scrittura se è una “avventura fatta di buio, un avanzare nel buio e scoprire cosa ci emoziona”, senza che ce lo dicano i “mi piace” dei social che non raccontano mai quello che davvero facciamo, chi siamo. Molti gli interventi del pubblico, e anche gli alunni della 1 C hanno posto qualche domanda allo scrittore. Queste le loro impressioni al termine dell'incontro.
“Dell'autore Niccolò Ammaniti mi ha molto colpito la sua visione della società moderna. Secondo lui, condividendo continuamente le nostre preferenze, le nostre ideologie sui social, non siamo più libri da scoprire, e la conoscenza di una persona non è più un'avventura”. (Rebecca Conte)
“Niccolò Ammaniti è stata per me una piacevole scoperta. Ho apprezzato molto la lettura dei suoi libri. Il dialogo con il pubblico è stato inoltre molto interessante e mi ha fatto riflettere sull'importanza e la bellezza della lettura”. (Silvia Stefanìa)
“La cosa che più mi ha colpito di Ammaniti è il suo relazionarsi con il pubblico in modo amichevole, creando un'atmosfera colloquiale e raccontandoci con grande ironia del suo lavoro di scrittore e sceneggiatore”. (Francesco Spadaccino)