Lunedì 28 Gennaio 2019 presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Foggia si è svolta la manifestazione per la celebrazione del Giorno della Memoria promossa dalla Prefettura di Foggia, con il patrocinio dell’USR Puglia- Ufficio V - A.T. Foggia.
Alla manifestazione hanno partecipato diversi istituti foggiani oltre al Liceo Marconi (il Liceo Lanza-Peruggini, Il Giannone – Masi, il Liceo polivalente Poerio) il Conservatorio di Foggia e l’Accademia di Belle Arti che mediante elaborati, mostre, video, performance musicali hanno animato una manifestazione che non voleva esser una semplice commemorazione, ma un modo per far rivivere i valori fondanti della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo come ha giustamente sottolineato il Prefetto, Dott. Massimo Mariani che nella sua introduzione ha inoltre sollecitato i ragazzi a “coltivare la curiosità di capire ciò che è successo” per comprendere ciò che non fu soltanto frutto di una “semplice contingenza storica ma frutto del lato oscuro dell’uomo” ed i docenti a “insegnare l’arte del dubbio ed a respinger il lato oscuro dell’umanità per la tenuta delle istituzioni democratiche”.
Il fitto programma ha visto, dopo un video illustrante la mostra dedicata al Diario di Anna Frank (a cura degli alunni del Lanza-Peruggini), esecuzioni musicali a cura di un quartetto di giovani sassofonisti del Conservatorio che hanno eseguito musiche di N. Piovani tratte dal film “La vita è bella”, del coro del Liceo Lanza Peruggini -guidato dalla Prof.ssa Giulia Panettieri- che ha eseguito brani tratti sempre da “La vita è bella” e da “Le choristes” con performance teatrali curate da Michele d’Errico, un Power Point sul martirio dei giovani del movimento “La rosa bianca” che coraggiosamente si opposero al nazismo.
Ultimo, ma non ultimo, il Prof. Stefano Picciaredda, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Foggia, ha concluso la manifestazione con un suo approfondimento sullo “sterminio caotico” realizzato dai nazisti nei paesi dell’est europeo a partire dal 1941, prodotto di una logica dell’odio capace di propagarsi con incredibile velocità, per poi concludere con le parole del pastore luterano antinazista Martin Niemöller a sottolineare il rischio, per l’intera umanità, quando anche un solo uomo venga privato dei suoi diritti “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»