Era il 1916 quando Albert Einstein prevedeva l’esistenza delle onde gravitazionali nell’ambito della teoria della relatività. Un secolo dopo un italiano, Fulvio Ricci, da Pisa, in contemporanea con gli Stati Uniti, ha annunciato al mondo la prima osservazione mai effettuata sulle onde gravitazionali. La portata di tale evento è stata spiegata dallo stesso Fulvio Ricci agli studenti del Liceo Scientifico G. Marconi, sabato scorso, nell’ambito di una delle iniziative della prima edizione di PUGLIA SCIENZA e del Progetto Cielo, ciclo di seminari e laboratori di astronomia organizzato in collaborazione con la Società Astronomica Pugliese & The Lunar Society e l’Osservatorio Astronomico Comunale di Acquaviva delle Fonti. (Docenti referenti: Giovanni Cilfone, Rocco De Carlo, Antonella Di Adila, Antonio Milazzi).
Professore ordinario di Fisica Sperimentale a La Sapienza di Roma, Fulvio Ricci è stato responsabile italiano dell’esperimento VIRGO per l’INFN dal 2008 al 2014 e portavoce della collaborazione internazionale VIRGO dal 2014 al 2017. Ricci ha spiegato in maniera semplice i modelli matematici, la struttura e il funzionamento dei rilevatori interferometri LIGO e VIRGO che hanno portato alla scoperta delle onde gravitazionali, e come l’osservazione diretta delle onde gravitazionali apra il nuovo capitolo dell’Astronomia gravitazionale.
La ricerca è frutto della collaborazione tra le due realtà, europea e statunitense, e si basa sulla rete integrata di dati degli interferometri posizionati in varie parti del mondo. Virgo è proprio in Italia, a Cascina in provincia di Pisa.
Rispondendo alle domande degli studenti del Marconi, il Professore ha raccontato che si è occupato di onde gravitazionali sin dal dottorato di ricerca, con una borsa di studio conseguita subito dopo la laurea, nel 1975; il suo tutor era un professore di Struttura della materia, membro del costituendo gruppo di ricercatori formati da Edoardo Amaldi, a cui ha rivolto il ricordo grato, esprimendo l’orgoglio di essersi formato alla sua scuola.
“Per tale ragione – ha affermato Ricci - il nostro Paese dovrebbe far conoscere meglio la figura di Amaldi, non solo come fisico nucleare ma perché fondatore del CERN e dell’ESA, come uomo con doti di grande umanità, e per la politica scientifica messa in atto”.
“La scienza è facile” scrive nel suo libro “Alla scoperta delle onde gravitazionali” in cui elenca alcune delle doti a cui un ricercatore deve far ricorso: passione, coraggio, perseveranza e competenza.
Ricci ha poi anticipato gli scenari futuri sulle progressioni dell’Astronomia gravitazionale , ovvero interferometri di nuova generazione in grado di rilevare segnali di coalescenza di buchi neri fino a quasi il confine dell’universo.
Molte aspettative sono riposte sullo studio del futuro rilevatore europeo “Einstein Telescope”, finanziato dall’Unione Europea, che potrebbe trovare come sito di collocazione la Sardegna, territorio particolarmente adatto per le sua geologia antisismica.
Ricci ha infine spiegato agli studenti che la ricerca in campo astronomico è sempre il risultato di sforzi collettivi di ricercatori di tutto il mondo; e che l’inglese è come il nostro “esperanto”; l’approccio alla ricerca è multidisciplinare perché coinvolge fisici, chimici, matematici, ingegneri, informatici. Insomma una dimensione internazionale, in cui il mondo finisce per diventare piccolo. “Il testimone dell’Astronomia gravitazionale - ha concluso rivolgendosi ai ragazzi - passerà proprio alla generazione di studenti come voi”.
Ed è per tale ragione – ha evidenziato la Dirigente Scolastica Prof.ssa Piera Fattibene - che con i docenti di Progetto Cielo si sta lavorando dal 2013 alla promozione e rafforzamento delle discipline e dei percorsi STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) nel campo delle Scienze Astronomiche, allo scopo di far nascere passioni e preparare gli studenti alle scelte future in questo campo della scienza.