“Il conformismo è una malattia che riguarda tutti; quando facciamo finta di niente o ci voltiamo dall’altra parte. E invece dovremmo avere il coraggio delle nostre azioni, perché a volte basta un solo NO, per mostrare la faccia scura del potere”. Parla agli studenti foggiani, Claudio Fava, senza mezzi termini, anche con un linguaggio diretto, proprio come fece il suo Peppino Impastato stampando con il ciclostile parole durissime contro la mafia. Il giornalista e scrittore, autore della sceneggiatura del film “I cento passi” ha incontrato, al teatro Giordano, gli studenti del progetto lettura/concorso “LeggoQuindi Sono-Le giovani Parole”. Il suo libro “Il giuramento” è infatti nella cinquina dell’edizione 2019/2020 del premio letterario in cui la giuria è formata proprio dai giovani lettori delle scuole foggiane, tra cui il liceo Marconi. “Il giuramento” è ispirato alla figura di Mario Carrara, uno dei 12 professori universitari che nel 1931 si rifiutarono di giurare fedeltà al duce. Quanti invece lo fecero furono 1238. Carrara no, perché intuisce l’agonia scellerata del Paese e capisce di non poter giurare. “Non per puntiglio ideologico ma per sentimento di decenza”. “Quei dodici – ha spiegato Fava agli studenti – non sono eroi. Sono uomini che erano consapevoli che l’insegnamento, come la ricerca, non ha bisogno di giuramenti, ma di dubbi. Senza il dubbio non c’è scienza, non c’è insegnamento, non c’è modo di capire la vita”. “E anche la politica – dice rispondendo a una domanda di Gabriele Mucelli di 4B, sul palco a intervistare Fava insieme a Martina D’Alessandro di 2D – è un esercizio laico del dubbio”. Oggi ci sono forme di condizionamento? - gli chiedono poi gli studenti. “Il condizionamento della nostra terra è quello della mafia” risponde; e poi, sulla retorica dei cattivi esempi di certe fiction: “La seduzione del male non passa attraverso Gomorra, ma attraverso come si vive a Scampia. La seduzione del male è nella realtà”, e non basta la repressione, l’aumento delle forze dell’ordine, occorre un modello di vita. La funzione della scrittura, come del cinema, è semmai quella di “guardare e stupirsi”.
Gli incontri con gli autori della cinquina di LQS proseguono il prossimo 5 marzo, con Loreta Minutilli, autrice di “Elena di Sparta” (auditorium Marconi ore 11.30).
Daniela Zazzara